Olio su tela, cm 105 x 87
Museo dell’Ottocento, inv. 5
«La mia idea è la liberazione della materia dalla concupiscenza degli occhi. Il mio pennello cerca la via dell’ascensione», afferma Previati secondo il letterato ferrarese Domenico Tumiati. La materia luminosa, iridescente e incorporea di cui l’artista riveste le simbologie religiose appare, infatti, una delle più compiute risposte visive all’aspirazione – avvertita in Italia in sintonia con il contesto simbolista e decadentista europeo – ad un’arte che trascenda la materialità per esprimere la purezza assoluta della sfera ideale. Ne offre un’esemplificazione il tema dell’Assunzione, al quale Previati lavora proprio in questa fase, dopo un primo riferimento nel 1893, realizzando diverse opere che presenta nel 1901 alla Biennale di Venezia e all’Esposizione di Lodi, nel 1903 alla Biennale e nel 1906 ad una serie di mostre in Germania. Le varie versioni note del tema differiscono soprattutto per l’impostazione compositiva: nel grande trittico del 1903 conservato in San Lorenzo a Genova e in altri dipinti forse preparatori, schiere di angeli innalzano diagonalmente la Vergine verso il firmamento con un andamento dinamico e musicale. Altre versioni, forse precedenti, hanno un impianto più sospeso e contemplativo, strutturato su una simmetria assiale, con il gruppo che sostiene la Madonna che si libra senza peso al centro della volta celeste come in una mandorla. In questo secondo nucleo iconografico s’iscrive il dipinto delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, acquistato dal figlio Alberto nel 1927, in seguito alla segnalazione di Arrigo Minerbi, unitamente alla preziosa cornice di gusto liberty di Ettore Zaccari e ad un gruppo di disegni. La tela presenta fortissime analogie con le altre versioni a struttura simmetrica, datate al 1901-03. È possibile che questo nucleo testimoni un’idea iniziale poi superata nel grande trittico del 1903. La gamma cromatica iridescente, impostata su una tessitura di toni giallo-rosati e azzurro-violetti si discosta, infatti, dalla dominante azzurro-dorata che caratterizza il trittico genovese e altre opere del primo decennio del Novecento. Il motivo degli angeli in volo che sorreggono la Vergine potrebbe tra l’altro ricordare alcune posture danzanti delle Ore nel capolavoro compiuto attorno al 1899, un dipinto non a caso incentrato sull’esaltazione di un tema cosmologico. Infine questa visione sfolgorante di purezza, simmetrica ed essenziale, sembra ricollegarsi a riferimenti visivi ricorrenti nella critica di Tumiati e di altre fonti coeve, dalle Madonne dei “primitivi” alle creazioni dei preraffaelliti.
Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea
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