Biografia
Flavio de Marco (Lecce, 1975), artista, riflette sull'esperienza del paesaggio attraverso il linguaggio della pittura. Dal 1997 ha partecipato a numerose esposizioni in gallerie e musei in Italia e all'estero. Le sue collaborazioni hanno incontrato più volte il teatro, il cinema, la letteratura, attraverso riviste, pubblicazioni, azioni, programmi radiofonici, incontri, conferenze. Vive e lavora tra Bologna, Berlino e Milano, dove è docente di "Tecniche extramediali" presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Ultime esposizioni personali: 2002, European Parlament, Sala Polivalente, Bruxelles; 2003,
Orizzonte, Studio Ercolani, Bologna; 2004,
Mimesi.00, Gallery Studio G7, Bologna; 2005,
Mimesi.02 + Luca Pancrazzi, C/O Care Of, Milano;
Mimesi.01(II), Spazio Aperto-Galleria d'Arte Moderna, Bologna; 2006,
Mimesi.04 che guarda Mimesi di Giulio Paolini, Galleria Pino Casagrande, Roma; 2007,
Souvenir Schifanoia, Padiglione d'Arte Contemporanea – Palazzo Massari, Ferrara; 2009,
Ritratto di Collezione con Paesaggio, Estorick Collection, Londra.
Ultime esposizioni collettive: 2007,
In attesa di giudizio, MiArt, Milan;
The end begins, The Hospital, Londra;
Preview, Berlin Art Fair; 2008,
Every line is the arch of an infinite horizon, The Agency Gallery, Londra - A61, Colonia;
Beware of the Wolf, American Academy, Roma; Vienna Biennale 08, Vienna; 2009,
Obsession for Collection, University of Gloucestershire, Summerfield Gallery, Cheltenham
www.flaviodemarco.it
Pietro Babina (Bologna, 1967), dopo aver frequentato per due anni l'accademia d'arte drammatica, nel 1989-90 fonda a Bologna con Fiorenza Menni la compagnia teatrale Teatrino Clandestino, con la quale tra il 1990 e il 2009 produce 37 tra spettacoli e applicazioni e 9 video curandone la regia l'ideazione scenografica e le musiche e vincendo diversi premi. Con gli anni le collaborazioni produttive vanno di volta in volta qualificandosi sempre di più cominciando con
Tempesta-melologo coprodotto con il Teatro Stabile dell'Emilia Romagna, poi
Si prega di non discutere di casa di bambola e
Hedda Gabler con la Biennale di Venezia per giungere con
Iliade alla prima coproduzione internazionale. Con lo spettacolo
Si prega di non discutere di casa di bambola ha inizio una nuova fase del lavoro della compagnia che vede la massiccia introduzione di proiezioni video con un ruolo sia drammaturgico che scenografico; questo forte ed intenso avvicinamento all'utilizzo dell'immagine filmata sfocerà nella necessità di confrontarsi con essa in modo totale. Produzioni successive sono nel 2002 il lungometraggio
2volte a te e nell'estate del 2008
mesmer vacuum. Sempre nel 2008 con
Candide, un'ulteriore svolta estetica, porta all'abbandono del video sulla scena, per avvicinarsi ad una produzione visuale e materica completamente analogica con un forte riferimento alle arti grafiche. Pietro Babina si è anche fortemente confrontato con il problema musicale come tema centrale del lavoro e come elemento drammaturgico sia in veste di compositore che di esecutore e direttore. Infine, ha affrontato l'imperativo dell'immagine seguendo un motivo ispiratore che è andato nel tempo definendo come "evocazione" cercando nel rapporto ritmico, formale, drammaturgico, degli elementi che compongono l'oggetto della narrazione, una direzione volutamente anti comunicativa, ricercando una composizione che permetta sempre, a chi guarda, di avere un punto di penetrazione e di interpretazione che deve assolutamente restare soggettiva, c'è quindi sempre nel suo lavoro una fuga dall'opera concepita come forma oggettiva del sapere o dall'ancor più obbrobriosa forma del monumento.