ARTFALL - Ferrara contemporanea

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Comunicato stampa
Prendendo a prestito il titolo da un testo di Samuel Beckett, la mostra di Olaf Nicolai al Padiglione d'Arte Contemporanea si presenta allo spettatore come un percorso articolato in due installazioni appositamente realizzate per l'occasione. Al piano terra, subito dopo l'entrata, un giradischi suona a ripetizione un brevissimo estratto da un vecchio LP del gruppo pop Spandau Ballet dal titolo Through the Barricades; tutto attorno dei "pallet", le basi di legno usate nell'industria e nei trasporti, sostengono una serie di tubi al neon gialli, rossi e blu, che si accendono in sequenza casuale.
Al primo piano del PAC è invece posizionata una struttura metallica che sostiene un riflettore da teatro, un "occhio di bue", che si muove, controllato da un computer, attorno al sostegno e su se stesso proiettando sulle pareti, il pavimento, il soffitto del grande ambiente vuoto una complessa coreografia luminosa.

Artista tra i più originali tra quelli affermatisi in Europa nello scorso decennio, Olaf Nicolai interroga il sostrato storico, politico, filosofico e simbolico della cultura contemporanea in forme imprevedibili e originali, dotate insieme di grande complessità concettuale e di eloquente forza espressiva. Creando dispositivi visivi inediti e sorprendenti, Nicolai fa dell'operazione artistica un vero e proprio strumento di conoscenza che abbraccia la dimensione estetica e il campo immateriale del pensiero, coinvolgendo la memoria, l'identità soggettiva e le sue forme di relazione con gli altri e la realtà circostante.

Ferrara, con il suo eccezionale retaggio artistico e urbanistico e la sua immagine indissolubilmente legata alla pittura metafisica, al cinema e alla fotografia novecentesche, diviene così il "testo" di partenza della mostra: una città evocata nella sua complessa storia politica (le lotte operaie di inizio secolo e le "barricate", la loro repressione agli albori dell'epoca fascista, la riconversione industriale del secondo dopoguerra) e nella sua sostanza di città inventata dagli artisti quanto vista dal vero, scenario ideale su cui proiettare una trama immaginaria. La fantasmagoria luminosa realizzata da Olaf Nicolai si presenta così come un mezzo per smaterializzare il luogo di esposizione e trasformare l’esperienza percettiva dello spettatore in un'immersione totale, in una sospensione momentanea grazie alla quale, come nel visionario testo di Beckett, è possibile realizzare la fusione di tutti i sensi e di tutti i pensieri.

Accompagna l'esposizione un catalogo-libro d'artista che contiene, oltre al testo del curatore e alla documentazione fotografica delle opere in mostra, una serie di stampe realizzate con la suggestiva tecnica di stampa a colori "iris", inventata negli anni Sessanta e utilizzata nelle pubblicazioni di controcultura di quel periodo.